
Cosa vedi?
Ciò che vedono i bambini sono 9 delfini..
Li vedi anche tu ?
la mente scorre come l'acqua
Quindi… chissenefrega!!! :D
rispondo ma solo perchè trovo la cosa (abbastanza)simpatica :P
e chi verrà dopo di me sono certa farà la stessa cosa!! vero? :D
Ho aperto il mio blog a fine agosto 2005 e ovviamente mi vergognavo così tanto di ciò che scrivevo all’inizio e di ciò che scrivo tuttora che non l’ho detto in giro :P ma poi - non so come - tutti m’hanno scoperta! (blogger/amici/colleghi/parenti).
In quel periodo ero nella fase in cui non sapevo bene dove stavo andando (ma ancora non lo so, forse è il caso che mi apra un altro blog? :P)
Il tuo primo post?
Come tutti i miei post niente di mio, ho estrapolato il testo da un libro che stavo leggendo in quel periodo.
Il post di cui ti vergogni di più?
Questo!!!!!!!
Non amo parlare di me in maniera “diretta”.
Per dire: non scriverei mai su un blog cosa ho mangiato oggi a pranzo :P
Il post di cui vai più fiero?
Questo!!!
Finalmente un post tutto mio!!
E tu? Come sei diventato blogger?
Ora per farmi ancora più voler bene passerei la palla a:
Xep, mio amico/collega nonché futuro papi, poi al mio bloggerromonimo mushin nonchè appassionato come me del tai chi, a susanoo, mio primo commentatore, alla carissima edv e a master che come me ama la montagna.
Non vorrete mica spezzare la catena!!!!!
Ci sarebbero poi altre persone che non cito alle quali passerei volentieri la palla, ma sono certa che qualcun altro ci penserà o magari ci ha già pensato! :)
Pensavo poi, di ripassare la palla a pieru, ma ho paura che lui la ripassi a me :D
Misurava sette piedi (circa tre metri). La sua alta statura ricordava la gru (l’uccello simbolo della longevità). Il suo viso era allo stesso tempo rettangolare e arrotondato, i suoi occhi e lo sguardo erano colmi di bontà.
La sua barba si rizzava furiosamente come un’alabarda. I capelli erano intrecciati in una crocchia puntata in cima alla testa. D’estate e d’inverno indossava una tunica di fibre di bambù tessuta in un solo pezzo. Teneva in mano un piumino di crini di cavallo. Poteva percorrere mille li (circa
Andò a rifugiarsi in un monastero della montagna Sseu-Tchouan per fortificarsi con la meditazione. In seguito visse sulle montagne di Chan-Si e di Hou-Pei.
Ovunque andasse studiava e si intratteneva sui libri sacri con gli abitanti del paese, senza mai stancarsi di conversare e di discutere. Un giorno, durante una meditazione che era durata molte ore, udì il canto straordinario di un uccello e, guardando dalla finestra, vide un uccello appollaiato su un abete che fissava con occhi penetranti il suolo, dove un serpente drizzava la testa verso il cielo, e i loro sguardi si affrontavano.
L’uccello cominciò a cantare ancora più forte e scese verso il serpente per cercare di attaccarlo. Il serpente si spostò leggermente per evitare le ali dell’uccello, e questo ritornò sull’albero per ricomporsi un istante. Ridiscese e attaccò di nuovo. Il serpente si mise a danzare gioiosamente e si trasformò in un cerchio!
Quando Chang San-fong volle contemplarli ancora una volta, vide che entrambi erano scomparsi. Allora Chang San- fong capì che questi giochi erano un’immagine in cui vedere la forza e la debolezza, la concentrazione e la dispersione dell’energia, l’ombra e la luce.
E fu così, dice la leggenda, che Chang San-fong inventò il Tai Chi Chuan.
Per secoli, del riso e della comicità è prevalsa un’immagine negativa, che li connotava come manifestazione di immaturità e scarsa levatura morale o come condotte socialmente pericolose. Peraltro, non sfuggiva anche allora una delle proprietà oggi più apprezzate dell’umorismo: quella di eludere le convenzioni e le gerarchie, di mostrare i risvolti meno decorosi della realtà costituita o, semplicemente, offrire una visione sdrammatizzata del mondo.
Per risollevare l’umore, naturalmente. Ma anche per mantenersi in salute.
L’interesse dell’ambiente medico per gli effetti del divertimento è una novità degli ultimi vent’anni. I più convinti fautori hanno istituito in molti Paesi – dagli Usa al Sud Africa, dalla Germania alla Nuova Zelanda – associazioni che offrono le più svariate forme di comicoterapia.
- gli uomini sono più spesso produttori di umorismo, cioè fanno ridere, e prediligono la comicità dei film o delle barzellette;
- le donne sono più spesso fruitrici di umorismo, cioè ridono, e preferiscono la comicità insita negli eventi della vita di tutti i giorni;
- gli estroversi apprezzano maggiormente la comicità immediata delle battute semplici;
- gli introversi prediligono l’umorismo di tipo “intellettuale” dei giochi di parole e dei nonsense o lo humour nero;
- le persone emotivamente instabili apprezzano un umorismo più dirompente e grintoso e meno socializzante;
- gli individui con un’autostima elevata utilizzano disinvoltamente una vasta gamma di forme di umorismo e di stimoli comici;
- gli individui meno sicuri di sé si fanno forti di un umorismo maggiormente aggressivo.
:-)
«L’uomo è un corpo pensante» dice il dott. Paul Chauchard e «può trovare l’equilibrio solo in armonia con un corpo felice».
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.
Amiamo l’arte.
Amiamo la musica.
Le rivestiamo con le nostre fantasie. Ci esprimiamo grazie ad esse.
Le trasformiamo in cose importanti per noi.
È stato uno dei più grandi capitani che questo sport abbia mai avuto.
Quella che lo riassume interamente.
Quando sai tutto quello che c’è da sapere, non resta nulla da scoprire. Niente più meraviglia, niente più opportunità.
Chiedete ai neurologi, cosmologi, biologi e a tutti gli altri “-ologi”.
Vi diranno tutti che il processo va avanti all’infinito – proprio come le tartarughe.
Che pessimo scambio, la magia per un trucco!
C’era neve ovunque, una bianca, perfetta coltre di neve, appena caduta e fredda copriva ambedue i versanti, rocce nere e bianche spolverate d’argento protese verso il blu, pallidi cieli…
da Women in love
Nella nostra società occidentale tutto risiede nella testa a causa dell’abitudine di pensare e ponderare su tutto. Finiamo per sezionare ogni aspetto dell’esistenza allo scopo di analizzarlo senza riuscire a coglierne l’essenza o a comprenderlo realmente.
Abbiamo a disposizione una così grande quantità di congegni meccanici che svolgono il nostro lavoro che i nostri corpi hanno perduto ogni sensibilità. Per riacquistare l’equilibrio dobbiamo enfatizzare le funzioni fisiche e lavorare riunendo corpo e mente.
Avete lavorato duramente, così decidete di concedervi una vacanza in un posto bellissimo per rilassarvi. Ciò crea una frattura all’interno della vostra esistenza. Lavorare non dovrebbe essere un tale fardello. E, allo stesso modo, rilassarsi non dovrebbe rappresentare una corsa spasmodica al divertimento esasperato. Il lavoro e il relax devono essere complementari. Le attività che si svolgono in silenzio sono molto importanti per riacquistare l’equilibrio e trovare l’unitarietà degli elementi che compongono la vostra esistenza. Se smettete di parlare per un poco avete la possibilità di aprire la vostra mente ed essere ricettivi rispetto a ciò che accade al vostro corpo e a quello che avviene intorno a voi.
da: "Abbraccia la tigre torna alla montagna" - Chungliang Al Huang
I cerchi hanno una durata temporanea. Ogni movimento è simile a un cerchio che muta, si sovrappone al successivo per poi scomparire.
Si tratta di semplice riflesso. Quando qualcuno ci guarda dovremmo cercare di permettere tale tipo di apertura.
Ma il lago non ha la volontà di nascondere o distorcere l’immagine. L’acqua, la luna, la brezza e le nuvole sono entità separate che seguono il loro flusso ed esistono autonomamente, senza nessun desiderio o necessità di affermare: “Devo fare questa cosa per me stesso, o devo farla per te”.
Ogni cosa, tutto, sulla terra, sotto terra e nell’atmosfera, è soggetto alla famosa legge di gravità. Nulla si sottrae a questa semplice legge: anche il nostro pensiero, anche il più elevato, anche la manifestazione di Dio, è soggetta a questo semplice assunto. Inoltre non sappiamo come si sarebbe potuta sviluppare la nostra civiltà in assenza di gravità e soprattutto come il pensiero, in assenza di una forza gravitazionale e quindi di baricentro, avrebbe avuto sviluppo.
Fanno parte e ne sono dei derivati gli stessi concetti di vita e morte, i quali, per essere onesti anche se non scientismi o “materiali”, devono essere ricondotti al concetto di baricentro.
Possiamo affermare che quando il bambino è nella pancia della mamma sia privo del senso del baricentro e si presenti quella straordinaria situazione che solo una vita in assenza di gravità può dare.
È un po’ la stessa sensazione che si prova quando si prende in braccio un neonato, che nella sua morbidezza, malleabilità fisica e adattabilità ad ogni ambiente, dà un senso di pesantezza assolutamente inadeguato alla sua struttura.
In antitesi, rispetto al suo significato più comune, qui, il «vuoto» è inteso come stato di disponibilità mentale e non come assenza; difatti, indica proprio una presenza piena, un soggetto.
In nessun modo simile al nulla «vuoto» assurge a entità, non a mancanza.
Mushin non è soltanto uno stato di consapevolezza cognitiva, ma la sincronica espressione di un corpo e, di una mente pacificati. Da questo scaturisce l’esperienza di pieno benessere, fisico e mentale, che avvolge entrambi i praticanti che, come riflessi allo specchio, si completano.