lunedì 24 ottobre 2005


Amore
non ha senso incolpare qualcuno
calcare la mano
su questo o quel difetto
o su altre cose che non contano affatto.

Amore
non ti prendo sul serio
quello che ci manca
si chiama desiderio.

Il desiderio
è la cosa più importante
è l'emozione del presente
è l'esser vivi in tutto ciò che si può fare
non solo nell'amore
il desiderio è quando inventi ogni momento
è quando ridere e parlare è una gran gioia
e questo sentimentoti salva dalla noia.
Il desiderio
è la cosa più importante
che nasce misteriosamente
è il vago crescere di un turbamento
che viene dall'istinto
è il primo impulso per conoscere e capire
è la radice di una pianta delicata
che se sai coltivareti tiene in vita.

Amore
non ha senso elencare problemi
e inventar nuovi nomial nostro regredire
che non si ferma continuando a parlare.

Amore,
non è più necessario
se quello che ci manca
si chiama desiderio.
Il desiderio
è la cosa più importante
è un'attrazione un po' incosciente
è l'affiorare di una strana voce
che all'improvviso ti seduce
è una tensione che non riesci a controllare
ti viene addosso non sai bene come e quando
e prima di capiresta già crescendo.
Il desiderio è il vero stimolo interiore
è già un futuro che in silenzio stai sognando
è l'unico motore
che muove il mondo.

di Gaber

lunedì 17 ottobre 2005

Nessun luogo è lontano...


Perché l'importante mi disse è che tu sappia la verità.
Finché non la sai finché non la capisci veramente
puoi soltanto afferrarne qualche stralcio, o brandello,
e non senza un aiuto dall'esterno:
da macchine,
uomini, uccelli.
Ma ricordati, disse, che l'essere ignota non impedisce alla verità d'essere vera.

Ciò detto, disparve.

Richard Bach

la verità è complessa da capire, è complessa anche da spiegare
la verità è nascosta, a volte camuffata, a volte celata
essa vive anche contro il nostro parere e la nostra volontà

venerdì 14 ottobre 2005

Le parole per dirlo...

Ti voglio bene. Sì, ecco, ti voglio bene. Sono venuta qui apposta per dirtelo una volta per tutte. Non mi vergogno di parlarti. Mi fa bene dirtelo e ripetertelo: ti voglio bene, ti voglio bene.
Ero contenta di tirar fuori questo: tre piccole parole messe insieme e represse migliaia di volte nel corso della mia vita. Si erano ammucchiate e avevano finito con il formare una palla leggera che rimbalzava di qua, di là, nella mia testa, fastidiosa, ingombrante, inafferrabile.
C'era voluto quella morte tragica, il sisma che questa aveva provocato in me, per far risalire la palla alla superficie della mia coscienza e vincere l'ultima resistenza, l'ultima difesa.

Le parole per dirlo - Marie Cardinal

lunedì 10 ottobre 2005

Anastomos

È molto raro o addirittura impossibile che gli uomini si mettano d'accordo in tema di bellezza, eppure tutti sono d'accordo nel riconoscere che Anastomos è bellissimo. È tutto fatto di specchi, o per essere precisi tutto ricoperto di specchietti, più piccoli sul viso, più larghi sulla schiena e sul petto. Anche gli occhi sono specchi, grossi specchietti mobili azzurri nei quali ci si vede riflessi su uno sfondo turchino come in un cielo felice, come in acque irresistibili. Alla luce del sole, sulla spiaggia, è un'apparizione così abbagliante che la gente rimane a bocca aperta, e non osa avvicinarsi, colta da una specie di terrore stupito come davanti a qualcosa di sacro e di intoccabile, solo i bambini gli corrono dietro; quando entra poi nel mare, tra le onde spumose, è un tale riverbero reciproco di scintille iridate dagli specchi alle gocce e dalle gocce agli specchi, che sembra di vedere una divinità primordiale dalla forma umana sorgere dall'acqua e dal fuoco contemporaneamente. E forse è una divinità, perché non è concesso agli uomini di essere così belli. Nei suoi specchi vediamo riflesse quelle cose che veramente, senza ipocrisia, amiamo; non le cose umane, così afflitte di caducità e di mutamento, bensì gli alberi e le nuvole, gli uccelli e i fiori, le cascate e le isole, gli astri e le fiamme, tutto ciò che nella nostra mortalità sentiamo come eterno, e che non ameremmo se non lo sentissimo, oscuramente, intoccabile. Anche Anastomos, se è per questo, è intoccabile: nessuno oserebbe mettere le dita sui suoi specchi, queste dita che anche quando sono più pulite, sempre sporche sono. Con la sua pelle di specchi, Anastomos è per noi la geometria, quindi la musica.J.

Rodolfo Wilcock, Il libro dei mostri

lunedì 3 ottobre 2005

Grazie...

Avete fatto caso che si ringrazia sempre molto, mai poco: "Molte grazie", si, "Poche grazie",no. "Grazie tante", si. "Grazie meno", no. Non si dice.

In amore, si può amare poco, amare meno -anche molto meno- e dirlo: "Ti amo molto meno" - a parte l'interessato/a, non scandalizza nessuno.
Ma "ringraziare meno" non è fattibile.
Si ringrazia sempre di più.
Il problema della gratitudine è che è votata all'inflazione.
Però non si può neanche dire grazie a una persona che ci fa dono del suo amore.
Provateci: Ti amo. Molte grazie! Non è una risposta soddisfacente.

Ma no, non va bene. Grazie a qualsiasi cosa, ma non all'amore.

Eppure, questo perenne obbligo di gratitudine...Comincia prestissimo! E dilaga in ogni direzione: Come si dice? Grazie! A chi, grazie? Alla mamma, grazie mamma!
Di grazie anche alla zia! Grazie zia, grazie zio, grazie signore!
Grazie, amico mio! Grazie signora, grazie infinite...
Grazie a tutti!
Cosa ci si può aspettare da una parola ambigua come grazie?
Da un verbo che esprime un sentimento e il suo esatto contrario?

tratto da "Grazie" - DanielPennac