venerdì 29 agosto 2014

L'abbraccio

La durata media di un abbraccio tra due persone è di 3 secondi.

Ma i ricercatori hanno scoperto qualcosa di fantastico.

Quando un abbraccio dura 20 secondi, si produce un effetto terapeutico sul corpo e la mente.

La ragione è che un abbraccio sincero produce un ormone chiamato "ossitocina", noto anche come l'ormone dell'amore.


Questa sostanza ha molti benefici sulla nostra salute fisica e mentale, ci aiuta, tra l'altro, a rilassarci, a sentirci al sicuro e calmare le nostre paure e l'ansia.

Questo meraviglioso tranquillante è offerto gratuitamente ogni volta che si prende una persona tra le nostre braccia, che si culla un bambino, che si accarezza un cane o un gatto, che si balla con il nostro partner, che ci si avvicina a qualcuno o che si tiene semplicemente un amico per le spalle.

martedì 19 agosto 2014

La vera scienza ha sempre inizio con una domanda sgradita

Tutte le principali conquiste della nostra era sono nate dall'essersi posti delle domande provocatorie.

La vera scienza, che non teme l'esplorazione degli oscuri passaggi della nostra ignoranza, ha sempre inizio con una domanda sgradita, anche se non c'è alcuna prospettiva di una risposta immediata, e anche se la risposta minaccia di rovesciare ciascuna delle ultime credenze a noi tanto care.

giovedì 14 agosto 2014

Chi può dire che ciò che viviamo all’interno della nostra anima non sia reale?

Emily Dickinson aveva venticinque anni quando decise di estraniarsi dal mondo e di rinchiudersi nella sua camera, dalla quale non uscì mai più.

Era convinta che con la fantasia si potesse ottenere tutto, persino la felicità, nonostante la sua solitudine. Al momento della sua morte vennero scoperte nella sua camera 1775 poesie scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo, contenute tutte in un raccoglitore.

Fra loro, alcune delle più belle poesie d’amore di tutti i tempi. Eppure lei l’Amore non lo aveva mai conosciuto nella realtà.

Quindi, chi può dire che ciò che viviamo all’interno della nostra anima non sia reale?

Solo perché gli altri non vedono, non vuol dire che non esista.

venerdì 25 luglio 2014

Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini.

La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite.

E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più.

Ci domandiamo: ”Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?“

In realtà chi sei tu per NON esserlo? Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo, non serve al mondo.

Non c'è nulla di illuminato nello sminuire se stessi cosicché gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi: è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso.

E quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.

-Nelson Mandela

lunedì 21 luglio 2014

Non fermarti all'apparenza

Non fermarti all’apparenza,
combatti il tuo stesso pregiudizio andando a fondo nella conoscenza dei fenomeni che ci circondano.

Nulla succede per caso, tutto ha un senso.

Se un evento ti sembra inspiegabile prova a cambiare la prospettiva da cui lo guardi.

Troverai tanto male nel mondo, non posso negarlo.

Ma incontrerai anche gente che pensavi diversa solo perché la società a cui appartieni ti ha annebbiato la vista con tabù e preconcetti.

Allora fidati meno del sentito dire e di più del tuo istinto delle tue sensazioni e soprattutto, della tua esperienza diretta.

Anton Vanligt

venerdì 14 marzo 2014

Conoscersi è morire


Ora la mia tragedia è questa. Dico mia, ma chi sa di quanti!
Chi vive, quando vive, non si vede: vive... Se uno può vedere la propria vita, è segno che non la vive più: la subisce, la trascina. Come una cosa morta, la trascina, perché ogni forma è una morte.
Pochissimi lo sanno; i più, quasi tutti, lottano, s’affannano per farsi, come dicono, uno stato, per raggiungere una forma; raggiuntala, credono d’aver conquistato la loro vita, e cominciano invece a morire. Non lo sanno, perché non si vedono; perché non riescono a staccarsi più da quella forma moribonda che hanno raggiunta; non si conoscono per morti e credono d’esser vivi. Solo si conosce, chi riesca a veder la forma che si è data o che gli altri gli hanno data, la fortuna, i casi, le condizioni in cui ciascuno è nato. Ma se possiamo vederla, questa forma, è segno che la nostra vita non è più in essa, perché se fosse, noi non la vedremmo; la vivremmo, questa forma, senza vederla. E morremmo ogni giorno di più in essa, che è già per sì una morte, senza conoscerla. Possiamo dunque vedere e conoscere soltanto ciò che di noi è morto. Conoscersi è morire.

(tratto da La carriola di Luigi Pirandello)

martedì 14 gennaio 2014

La risposta è l’equazione di Dirac

Lei disse: “Dimmi qualcosa di bello”
Lui rispose: “(∂ + m) ψ = 0”

L’equazione sopra è quella di Dirac ed è la più bella equazione conosciuta della fisica. Grazie a questa si descrive il fenomeno dell’entanglement quantistico, che in pratica afferma che: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possiamo più descriverli come due sistemi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema. Quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”.